“Il dolore che non si trasforma viene trasmesso” ha detto un monaco francescano il cui nome purtroppo non mi ricordo al momento e che non sono riuscito a trovare. Ma la frase è stata incisa dentro di me e sta acquisendo forza, senso e coerenza.
Naturalmente c’è dolore nel mondo. Ci sono ignoranza, malattie, guerre, fame, inquinamento ambientale e riscaldamento globale. Nulla di questo è nuovo e chiunque può vederlo. Oltre a tutto ciò, c’è il dolore nei cuori dei nostri simili: famiglia, amici, vicini e sconosciuti. E c’è dolore anche nei nostri cuori. Tutti noi, senza eccezione, abbiamo la possibilità di trasformare questo dolore o di trasmetterlo. E ciò che ognuno di noi fa con il dolore che sperimenta, segnerà la direzione in cui scorrerà la nostra vita… Ed è la direzione che daremo alla nostra famiglia, agli amici e alla società.
Una cosa molto importante da capire è l’idea che il dolore è un veleno. E come tale, ci provoca molti disagi. È un veleno da cui vogliamo liberarci. Tutti vogliamo sentirci bene.
E c’è la medicina divina. La medicina del cuore che trascende quel dolore e che può trasformarlo in amore. Il sorriso. Il sostegno amorevole. La Bontà. L’arte. Le parole sincere e gentili. La disciplina nel seguire cose benefiche nelle nostre abitudini corporali, mentali e verbali. Il nutrimento della nostra mente, del nostro cuore e del nostro corpo.
Tutto questo benedice la nostra vita. Viviamo in un mondo magico che trascende le tre dimensioni che abbiamo tracciato e la forma noiosamente lineare che abbiamo adottato per interpretare il mondo. Questo è in realtà più simile a un mondo magico in cui molti bambini credono. Un mondo magico, in cui ci sono veleni e medicine, e tu lo sai. Un mondo in cui ci sono persone avvelenate e persone che guariscono. Tutti abbiamo qualcosa che contamina il nostro essere e ci porta dolore. E non sono solo idee intellettuali. È qualcosa che abbruttisce le nostre vite e contro cui dobbiamo combattere. O qualcosa che dobbiamo trasformare radicalmente.
Quindi non si tratta di persone cattive o persone buone. Si tratta di persone che prendono il loro dolore e lo trasformano così da non contaminare più i loro simili, i loro fratelli; mentre le persone che non assumono il loro dolore, scoprono che il modo più semplice per sentirsi momentaneamente sollevati è quello di passare il veleno a qualcun altro. E questo si vede quando decidiamo di passare o non passare il veleno che ci è stato trasmesso quando ci hanno sgridato ingiustamente per strada.
E anche nelle azioni così forti e cariche di energia di quelle persone che hanno avuto un’infanzia piena di privazioni o di abusi sessuali: essi trasmettono un forte veleno, provocando un grande disagio, la cui intensità trascende le loro idee intellettuali di ciò che è buono o cattivo. Quel che vogliono è sentirsi sollevati, ma molti non hanno la forza, l’amore o la conoscenza per poter sollevarsi nel bene.
La cosa migliore è perdonarli. Non è giusto quello che fanno. Ma loro non sanno cosa fanno. E, perdonarli, ci mette sulla strada per prendere il nostro dolore e trasformarlo in medicina.
Ci sono diverse intensità e livelli in questo disagio. Ecco perché molte delle persone che vanno dallo psicologo non si sentono meglio. Perché cercano l’idea che allevierà per sempre le loro sofferenze, non sanno che sono avvelenati. E potranno sentirsi meglio solo quando avranno accumulato, attraverso il loro stile di vita e la conoscenza di sé, la forza di guarigione necessaria per rimuovere o trasformare quel veleno. Per fortuna, e grazie a Dio, ci sono molti psicologi che comprendono questo processo, che sono maturati e guariti personalmente e che aiutano le persone a trovare la medicina d’amore che trasformerà le loro vite.
Semplici azioni possono avvelenare un momento della nostra vita. Ci sono abitudini che, apparentemente piacevoli, avvelenano sottilmente la nostra vita per anni, finché l’essenza di ciò che siamo sembra solo un vago, ma sempre luminoso ricordo. Ci sono innumerevoli azioni che nascondono profondamente ciò che siamo veramente; e altre che praticamente seppelliscono il nostro io. Ma è molto importante ricordare, caro amico, cara sorella, che l’Io non lo uccidi mai. La nostra vera essenza è lì, incontaminata e pura, in attesa di essere salvata come la principessa delle favole. E sarà proprio così: sconfiggendo il drago del nostro dolore, dei veleni e dei traumi che ci hanno relegati in zone oscure, saremo veramente liberi e inizieremo a conoscerci veramente.
Ci sono cose che ci fanno male. E spendere un sacco di tempo a pensare alla possibile origine metafisica di ciò non cambierà molto la situazione. È difficile scoprire se si tratta di energia che è stata contaminata poco a poco, o se è un demone che esiste dal momento della creazione per insegnarci qualcosa. Forse la sofferenza servirà come un incentivo per conoscere noi stessi, per raggiungere una vastità e una profondità di coscienza in cui la sofferenza non ha più potere. E uscendo dalla sofferenza, entreremo in quello che siamo, anche se questo non possiamo descriverlo con parole. Il punto è che la sofferenza esiste e che dobbiamo fare un passo avanti.
Renditi conto di questo. Quando lo capirai, avrà molto senso. È qualcosa che il tuo cuore, la tua mente e il tuo corpo conoscono.
Il benessere spirituale integrale deve utilizzare pienamente le tue capacità corporali, mentali ed emotive, per poter godere di tutto il bene di cui puoi godere. In poche parole, devi trasformare in medicina tutto il veleno che è dentro di te, quello della tua mente, del tuo cuore e del tuo corpo. Trasformare tutto quel dolore in amore.
Trasformare tutto il dolore in amore, ci rende un fattore di trasformazione. L’essere fattori di trasformazione ci rende autentici, veri esseri umani. Veri uomini. E vere donne. Ci dà vera libertà e benessere. Tutto ciò che facciamo all’esterno nasce dalle radici del nostro interno. E se le nostre radici interne sono contaminate, così saranno contaminate tutte le azioni che facciamo esternamente, anche se ci sembrano un’attività necessaria. Questo va bene se vuoi agire in società, ma non può essere un pretesto per ignorare il lavoro necessario per rimuovere i tuoi veleni o trasformarli in quella medicina che può portare il vero benessere a te e ai tuoi cari.
Viviamo in un mondo magico. Ci sono veleni e ci sono medicine. C’è dolore e c’è amore. I pericoli possono essere neutralizzati e i dolori superati. L’amore o il dolore che abbiamo nel nostro cuore, determina la qualità delle azioni che condividiamo con gli altri. Ciò che non si trasforma si trasmette. Per trasformare qualcosa bisogna prima conoscere questa cosa e utilizzare tutto il nostro potere, cosi che la quantità di medicina nella nostra vita superi la quantità di veleno. Questo è il processo necessario, non solo per liberare noi stessi e i nostri fratelli dalle cattive conseguenze della condivisione di veleni, ma anche per conoscere veramente noi stessi e raggiungere la nostra vera dignità di esseri umani.
Vuoi essere un fattore di trasformazione?
Non trasmettere il veleno dentro di noi è l’inizio della responsabilità di ognuno di noi e della compassione verso i nostri simili. Trasformare quel veleno in medicina è il fine di questo lavoro.
Approfondendo si puo’ dire che: ci sono persone che sono fattori di trasformazione, ci sono persone che sono fattori di trasmissione. E ci sono persone che, non volendo diventare fattori di trasmissione e non avendo la capacità per diventare fattori di trasformazione, finiscono semplicemente per auto intossicarsi.
Abbiamo già detto delle persone che nella vita sono un fattore di trasmissione. Sono state abusate e finiscono per abusare. O sono state vittime e poi sono diventate carnefici. È difficile liberarsi di questo. Come abbiamo capito, le persone avvelenate fanno molte cose che non vorrebbero fare. E quelli che le circondano sono danneggiati in un modo che non sarebbe dovuto succedere. La mancanza di comprensione dei veleni ci fa cadere in atteggiamenti e azioni sgradevoli contro gli altri.
Alcuni non solo condividono con gli altri il dolore che hanno ricevuto, ma aggiungono anche più legna al fuoco: drogandosi, danneggiandosi, rovinando le loro relazioni, e così creano maggiori difficoltà per sé stessi e per gli altri. Non solo trasmettono il disagio, ma lo producono anche.
Ci sono quelli che trasmettono il dolore ricevuto. E quelli che creano veleno che non hanno mai ricevuto. Nel gioco del dolore, ci sono quelli che lo creano e quelli che lo perpetuano, ed entrambi sono dannosi per il cambiamento.
Se qualche volta hai fatto a botte con i tuoi fratelli, saprai che la lamentela comune tra i bambini quando vengono rimproverati dalla madre è: “Ha iniziato lui”. E saprai anche che la risposta più comune delle madri è: “Sì, ma tu l’hai seguito”. Il gioco del dolore deve essere abbandonato, non pareggiato, e men che meno vinto. Ricordati bene queste due azioni e prendi la decisione di evitare entrambe. Non solo per il bene degli altri, ma anche per attirare benedizioni nella tua vita e non le cattive azioni.
Esiste il tipo di persona che ha aspirazioni nobili ma a cui manca la saggezza. Egli non vuole nuocere agli altri. Ha deciso di non essere come le persone che gli hanno recato danni. Ha deciso di non essere un fattore di trasmissione. Tuttavia non ha trovato un modo per trasmutare ciò che gli fa male e diventare così l’essere umano che è veramente, o che vorrebbe essere. Molti tra questi tipi di persone si metteranno in quarantena. Agiranno come chi sa di avere un virus e che per coscienza sociale si allontana per non nuocere agli altri. Altri decideranno di nascondere a sé stessi il danno che hanno ricevuto, rimarranno feriti e non vorranno ferire gli altri. Ma la gente intuirà che in loro c’è qualcosa che non va e si allontanerà; nessuno potrà puntare il dito sull’esatto perché di questo, né la persona stessa potrà spiegarselo, poiché non danneggia nessuno, ma sarà una persona evitata dagli altri; e questa situazione può accadere più e più volte ancora.
Alcuni non vogliono nuocere agli altri, ma non sanno cosa fare con il veleno che hanno e che li consuma e li intossica. E le loro azioni saranno un riflesso fedele di questa situazione interna. Sono casi tristi. Perché sono persone buone. Erano vittime e non vogliono diventare carnefici, ma dentro di sé non hanno mai smesso di sentirsi e pensare come vittime. Hanno deciso di ingoiare il veleno anziché darlo ad un’altra persona, ma non sono riusciti a produrre l’antidoto che potrebbe salvare la loro vita e renderli felici. Queste sono quelle “buone persone” che ci sorprendono quando si suicidano, che si abbandonano alla droga, alla prostituzione, e ad una vita che lentamente li distrugge. È triste, perché questa decisione ha qualcosa di nobile.
Se solo decidessero di completare il lavoro di trasformazione…
Se qualcuno gli dicesse che c’è un’entità che vive dentro di loro, un’entità che li contagiò e non ha nulla a che fare con il loro vero essere. Se solo comprendessero che il loro vero essere rimane permanentemente inviolabile e che è completo e perfetto, corpo compreso. Se accettassero che sono avvelenati e che il veleno può essere neutralizzato dalla medicina, o addirittura trasformato in medicina stessa…
E se usassero, nel lavoro di guarigione, tutte le forze che utilizzano nel lavoro di ammalarsi e di evitare gli altri… Quanto diversa sarebbe la loro vita! Quanto diversa sarebbe la tua, la mia vita e tutta la società!
Così arriviamo al quarto tipo di persona, la migliore di tutte. Qualcuno che non vuole trasmettere il veleno, e che ha anche trovato un modo per accumulare rimedi nella sua vita. Una persona che, prima o poi, avrà abbastanza forza per rimuovere tutte le tracce di veleno nella sua vita. Che potrà trasformare in amore tutto il dolore che una volta era nel suo cuore. Che si sentirà meravigliosamente bene, esprimerà quello che è il suo vero Essere e condividerà con gli altri un benessere puro e pacifico.
Ed ecco, per quelle persone che vogliono diventare il quarto tipo di persona, alcuni punti importanti da seguire (così questo testo non sarà solo emotivo, ma anche utile):
– ricorda gli argomenti su come diventare un fattore di trasformazione. Avere a che fare con emozioni elevate non è sempre facile o chiaro. Le idee e i punti chiave possono chiarire il processo che stiamo vivendo e indicarci se stiamo andando nella giusta direzione. O se stiamo cadendo nella trappola di cercare un sollievo momentaneo.
– Fai esercizio fisico, prenditi cura della tua alimentazione e riposa bene. Prenditi cura del benessere del tuo corpo nei suoi aspetti basilari. Questo ti fornirà una gran quantità di energia sana che sarà un apporto inestimabile alle tue lotte spirituali.
– Aiuta molto gli altri. Questo ti collegherà con il tuo vero Io, ti ricorderà che sei una benedizione e non una contaminazione, e ti riempirà di benedizioni inviate da quelle persone che si sono legate in ogni momento alla tua vita. Le benedizioni sono forze potenti e sottili che ti forniranno il sostegno necessario nei momenti decisivi. Evita di andare dove non sei stato chiamato e non chiedere agli altri quello che non sei disposto a fare tu.
– Evita il “guarisco te per non guarire me” e il “pensiero positivo” che è cieco al dolore anziché guaritore del dolore. Aiutare gli altri è sempre gratificante e nel processo della propria guarigione è molto importante, ma sarà sempre necessario essere disposti a toccare e curare la ferita, che sia in te o negli altri. Avvicinati poco a poco e sii gentile: la medicina è l’amore. Pensa positivo e riempi la tua vita con questa medicina; ricorda anche che è molto positivo vedere il dolore e cominciare a guarirlo.
– Sii il tuo vero Io.
– Apri te stesso all’aiuto della Forza Superiore, a quello che consideri tale, e apriti all’aiuto dei tuoi compagni che sono guariti o che ti sostengono. Fuggi dai cattivi esempi, ma anche dalla pietà: entrambi sono veleni.
– Per guarire dobbiamo curare e recuperare tutta la nostra energia. E disporre del massimo potere possibile. Addio al carnefice, ma anche alla vittima. E benvenuto nel mondo dei guerrieri spirituali.
Diventa un fattore di trasformazione.
Sono sicuro che puoi farlo.
El Loco
www.facebook.com/ElLocoSacredMadness
Titolo originale “Convertirse en un factor de transformación”
Traduzione e adattamento in italiano di Igor Francescato
audiolibro in italiano: https://youtu.be/Enmj1Ee5n90
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