“Non pensavo proprio che dopo 80 anni, per tante persone, io fossi ancora un così bel ricordo. Ringrazio tutti i paesani. Gli stessi che mi seguivano quando si correva dalle nostre parti con le “bici da donna” e con le bici scassate…. Quasi avevano più voglia di vincere quelli che mi accompagnavano che io!”. Vito Favero, classe 1932, ha esordito così sul palco del teatro comunale di Sarmede ritirando il premio alla carriera, durante la Serata Evento organizzata dalla figlia Tiziana per festeggiare gli 80 anni del papà.
Una vita da ciclista, partito gregario e divenuto campione: ha indossato 6 volte la maglia gialla al Tour de France del 1958, classificandosi secondo assolut (a soli 3 minuti da Charly Gaul), e ha conquistato il 4° posto al mondiale di Reims dello stesso anno.
Ma Vito Favero, non è stato solo un campione ciclista, ma muratore, agricoltore, allevatore di polli… Così l’incredibile “vita di Vito” è diventata un documentario dal titolo “Il gregario in maglia gialla”, che il sottoscritto ha realizzato con Domenico Iannacone, il film in omaggio agli 80 anni di Vito Favero, presentato in esclusiva al teatro comunale di Sarmede il 25 novembre scorso.
La bellissima intervista di Domenico comincia nello scantinato di casa Favero: Vito ci mostra la sua vecchia bici “addattata alla corsa”, una vecchia bicicletta anni ’50 con cui Vito ha vinto il “Giro del Belvedere” nel 1952, a 19 anni, prima di diventare ciclista professionista. E, convinto Vito a rimontare su quella sella 60 anni dopo, Domenico sulla bici da donna di Giuseppina (la moglie di Vito) ed io e l’operatore Luca li seguiamo sullo scooterone di mio zio (non proprio adatto a portare 3 persone)… ed eccoci proseguire l’intervista in bicicletta! Percorriamo lo stradone che gira attorno alla casa di Vito e si perde nella campagna di Sarmede, mentre Vito ci rivela che ha cominciato ad andare in bici per necessità, per andare al lavoro, 30 km. al giorno per fare il muratore a Conegliano. E poi passiamo davanti al capannone di polli con cui Vito ha fatto campare la famiglia fino a qualche anno fa, e poi e poi… non posso raccontarvi altro. Posso solo dirvi che il film documentario dura 69′ e oltre l’intervista, che ci fa passare un intera giornata con Vito, contiene immagini inedite, scovate negli archivi RAI e cedute da RAI TECHE, che ringraziamo, solo per questo evento. Posso solo aggiungere che le 300 persone che hanno visto il documentario si sono divertite, hanno riso e si sono commosse, ed io e Domenico con loro, perché sentire la platea che partecipa, ride e applaude attorno a te, è una soddisfazione intensa, forse più grande di sapere il numero di spettatori (cifre a volte a 6 zeri), il giorno dopo la trasmissione di un “nostro” programma tv (io e Domenico lavoriamo insieme da 4 anni e abbiamo “firmato” molte puntate delle scorse stagioni di “Presadiretta” di RAI 3).
Ma torniamo alla Serata Evento per parlare della figlia di Vito, Tiziana Favero, imprenditrice, farmacista: l’ha condotta come se fosse anche una presentatrice professionista! Aveva una paura del palcoscenico che non vi dico, visto che non c’era mai salita come protagonista, però ha voluto, giustamente, condurre lei fino in fondo quello che è stato il regalo di compleanno più bello che suo papà abbia mai ricevuto: una grande festa con tutto il suo paese! E il fatto di aver riempito il teatro oltre la sua capienza ed aver perfino rifiutato l’ingresso ad alcune persone per motivi di sicurezza (non ci stava più nessuno!), credo che questo dia l’idea del successo dell’evento.
Tiziana è una mia cara amica da vent’anni e quando mi ha detto che avrebbe voluto fare questo evento – regalo per Vito, alcuni mesi fa, mi ha subito affascinato l’idea e avendo poi trovato negli archivi RAI delle bellissime immagini di quel ciclismo anni Cinquanta “che non esiste più”… come potevo resistere? Ho coinvolto Domenico, giornalista di una bravura eccezionale (di lui si dice che “riesce a far parlare anche le pietre”) oltre che persona squisita ed altrettanto eccezionale, che è riuscito a tirar fuori acnhe il lato ironico di una persona schiva e riservata come Vito. Ho chiamato un paio di amici operatori di bravura consolidata, Remo Zaffalon e Luca Tassone, un appassionato di cilismo (Olivo Ciot) ci ha fornito tutte le riviste di Sport Illustrato dell’epoca (qui ho trovato anche la foto a colori con Vito in maglia gialla che posa come un divo del cinema), ho perfino trovato su Ebay le Gazzette dello Sport del 1958 con titoloni delle vittorie di Vito… Ebbene, gli ingredienti per una torta-evento-di compleanno, per raccontare la vita di Vito c’erano tutti!
E così Vito le candeline, nella sua Sarmede, le ha spente 2 volte: anagraficamente il 21 ottobre e pubblicamente il 25 novembre. E questo 25 novembre credo che, nel suo e nel cuore di quelli che hanno partecipato alla serata, i suoi ex compagni di ciclismo in primis, rimarrà una tappa percorsa con gioia e senza fatica fisica e quindi, forse, indimenticabile. E questo grazie, soprattutto, a sua figlia Tiziana.
Ecco quindi la sintesi dell’Evento: guardate il video online su Youtube oppure scaricatelo qui!
Poi v’invito a vedere le foto più belle della serata scattate da Giulio Fornasar, ecco l’album! Eppoi leggete il diario dell’evento su Facebook, guardate l’anticipazione nel servizio di Televenezia (di Margherita Beato), e leggete i 2 bellissimi articoli di Massimo Bolognini, tratti da Ciclonews.it,quello del 23 e quello del 30 novembre (infine l’articolo di Bolognini pubblicato sul Gazzettino).
A futura memoria.
Domenico Iannacone, Vito, Tiziana, Paolo Favero, Giuseppina Furlan e Igor Francescato
(25/11/’12 foto di Giulio Fornasar)
Grazie di tutto . Nel leggere questo tuo
Post e rivedere il
Filmato ritorno a quella bella serata ,con papà e tutti voi , al teatro di SARMEDE e la felicità mi ritorna nel cuore .
Grazie Tizibea.
Grazie Vito.
🙂