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IL LEONE DI ORVIETO O UNA GRANDE ILLUSIONE?

Oggi mi hanno profondamente scosso le parole denigratorie e ingiuriose che ha scritto il regista Aureliano Amedei a proposito del racconto di Domenico Iannacone sul finanziere Giancarlo Parretti, pezzo che ho montato io, e che è andato in onda ieri sera nella puntata “Non nominare il nome di Dio invano” del programma di RAI 3 “I DIECI COMANDAMENTI” (http://www.idiecicomandamenti.rai.it/).

Aureliano Amadei scrive in merito al presunto “plagio” del suo documentario “Il leone di Orvieto” (del 2012) che secondo Amedei il pezzo di Domenico Iannacone avrebbe copiato. Poco dopo la messa in onda del programma, Amedei scrive infatti nel suo profilo Facebook: ”

Domenico Iannacone e I Dieci Comandamenti ZOZZONI senza pudore che copiano i documentari degli altri!!! Da non credere a quanto sono zozzoni!!! Vi prego di sputtanare questi finti lavoratori del servizio pubblico!!! Ma pensano di essere furbi???”. Ecco la schermata del suo post. E questo l’articolo online con le dichiarazioni di Amedei: http://www.retrospettive.com/il-leone-di-orvieto-documentario-rubato/

Partiamo dal presunto plagio. Se il doc di Amadei fosse pubblico, si potrebbe fare un confronto VERO e REALE con il nostro pezzo, che si può vedere in streaming qui sul sito della RAI, ma siccome così non è, non resta che un confronto scritto.

Ho visto “Il leone di Orvieto” (che dura 70 minuti) prima di montare il pezzo di Domenico Iannacone, per capire chi era Parretti e cosa aveva fatto, oltre a fare ricerche in rete sul personaggio pubblico Parretti. Ho letto di lui su Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Giancarlo_Parretti) e ho trovato in rete video e altro materiale: segnalo che fino a poche settimane fa Parretti aveva anche il sito http://www.giancarloparretti.com/ che ora è sparito (e di cui si parla anceh su Wikipedia), ed è qui che ho visto, linkato, il breve doc anni ’90 sulla sua vita della serie “Ricchi e famosi” di una tv inglese tratto da Youtube (http://youtu.be/K4h8Vc0ffeM).Il).

Il doc di Amadei contiene testimonianze di una decina di persone che hanno conosciuto e avuto a che fare con Parretti (politici come Gianni e Cesare De Michelis, giornalisti, l’ex direttore del Credit Lyonnais, ecc. ecc.), oltre ad un’intervista a Giancarlo Parretti, spezzettata in varie parti del film che dura una decina di minuti al massimo su 70, intervista fatta a Parretti seduto davanti al duomo di Orvieto e in parte fatta a casa sua. Contiene materiale di repertorio tratto da TG RAI (il film comincia con l’arresto di Parretti da parte della guardia di finanza, tratto dal TG regionale della Sicilia del 28/12/1991), un’intervista-scheda di Gianni Minoli a Parretti tratta dal programma di Rai 2 “Mixer” (anni ’90) e alcuni spezzoni del doc su Parretti “Rich and famous” del programma inglese anni ’90 sopra citato.Ricostruisce parti della vita di Parretti attraverso una specie di animazione con personaggi di cartoncino che hanno le fattezze dei personaggi narrati, che si muovono come pedine come in un “Gioco dell’oca”, queste sono immagini girate dal vero in studio a cui è stato aggiunto un “effetto cartoon”. Inoltre alterna pezzi di film proiettati in una sala cinematografica (molti sono film italiani e qualcuno prodotto dalla MGM) che legano, a volte in tono grottesco, fatti e passaggi narrati nelle interviste. Faccio infine notare che, nei titoli di coda di “Il leone di Orvieto”, film coprodotto con “La storia siamo noi” NON sono citati né i film usati ne le fonti del materiale (RAI e non).

Il nostro racconto di 23 minuti è una lunga intervista fatta a Giancarlo Parretti che parte dal suo ultimo progetto “Roma Vetus” (un parco giochi a tema di cui il doc di Amadei neanche accenna), che racconta la storia di Parretti attraverso la sua UNICA testimonianza in presa diretta, che Domenico raccoglie a casa sua e camminando per Orvieto, dove il finanziere ha cominciato facendo il cameriere e il lavapiatti. L’intervista a Parretti è alternata a materiale di repertorio RAI, come l’intervista de “Il fatto” di Enzo Biagi fatta a Parretti nel 1997 (andata in onda su RAI Uno precisamente il 23/01/1997) o gli arresti che ha subito negli anni (alcuni tratti dagli stessi tg che usa il doc di Amadei, che ricordo sono di proprietà RAI) e stralci dal già citato doc “Ricchi e famosi”. Per raccontare in modo chiaro e succinto la sua “scalata” abbiamo realizzato un’animazione computerizzata, un minuto in tutto, diviso in 4 parti. La storia della vita di Giancarlo Parretti è quella che lo stesso Parretti racconta, che raccontava alla tv inglese negli anni ’90, che ha raccontato ad Amadei e che ha raccontato a Iannacone, e ognuno la racconta con uno stile e modo personale. Quindi mi domando: quale sarebbe il plagio? Aver citato “Il leone di Orvieto”, titolo del film di Amadei, e soprannome dato dai giornali a Parretti, citato in molti articoli di riviste internazionali che Domenico sfoglia nel pezzo? E che plagio sarebbe? La nostra storia s’intitola “La grande illusione”… Ci siamo vagamente ispirati alla sua opera? E che male ci sarebbe?

Ma la cosa peggiore è che Amadei nel suo profilo Facebook oltre a chiamare “zozzoni” il programma e Iannacone, grida “vergogna”, scrive: “non hanno rubato solo a me, rubano lo stipendio tutti i giorni”, aggiunge che siamo “finti lavoratori del servizio pubblico”. Ma come si permette?

Mi limito a dire che io sono un montatore RAI, orgoglioso di far parte del servizio pubblico, timbro il cartellino e lavoro  8 ore al giorno come tutti i dipendenti, e quando serve, per finire il programma, faccio straordinari e lavoro sabato e la domenica, come fanno tutti gli altri colleghi. Lo faccio per uno stipendio da operaio specializzato, e soprattutto perché amo quello che faccio: sono fermamente convinto di fare un lavoro eticamente corretto e utile per la comunità.

Con quello che ha scritto, signor Aureliano Amadei, Lei ha messo in dubbio, assieme all’operato de “I
DIECI COMANDAMENTI” anche il mio lavoro, e non mi sta bene, perché sono e sono sempre stato un dipendente onesto.

Abbia il coraggio di dimostrare con i fatti quello che scrive, altrimenti sono e restano solo vergognose falsità.

Igor Francescato

www.igorfrancescato.it

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