Igor Francescato Blog

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Il caldo attraverso la mia finestra

WARM THROUGHT MY WINDOW

IL CALDO ATTRAVERSO LA MIA FINESTRA

E’ un sabato caldissimo di luglio a Roma, è sabato 6 luglio 2019, sono le 16. Resisto senza condizionatore (che non ho), senza ventilatore (l’accenderò prima di rischiare l’autocombustione) e senza aprire anche la porta che dà sulle scale, che le 3 piccole finestre e la finestrella del bagno non bastano a far girar un po’ di aria. Guardo oltre la finestra della cucina e il sole sta facendo ribollire il tetto di lamiera della baracchetta del vicino (anch’io abito in una baracchina, una depandance di 35 mq, “Villino 35” come lo chiamo io).

I frutti dell’albero delle nespole cinesi sono rinsecchiti, nel giardino del condomino vicino, nessuno li ha colti, nessuno li ha visti. Alcuni panni e un calzino spaiato ondeggiano danzando nell’aria torrida, sospinti da un alito di vento, che diventa a volte una brezzina. Lo scheletro di un alberello rinsecchito resiste dritto. Non si vede anima viva. Ma si ode qualcuno. Che ascolta musica, che parlotta, è tutto mischiato, distante, rimbombante. Un cane abbaia, qualche rondine disegna una linea fugace. Tutto tace, tutto è fermo, in attesa che il sole scenda, che qualcosa accade…

Tiro fuori la telecamera e il cavalletto, metto il teleobiettivo spinto e mi avvicino ai soggetti che restano distanti, ma che trasudano calore anche attraverso il mio piccolo mirino digitale. In pochi pollici tutto il CALDO che vedo ATTRAVERSO LA MIA FINESTRA, scalda il sensore della camera e finisce in una scheda di memoria. Un’ora dopo scalderà qualche hard disk nella rete infinita del web. La colonna sonora è l’audio, registrato dal cellulare di questo inferno urbano romano… Che caldo sia. Ma che sia caldo normale o che sarà?

 

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